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E’ arrivato il momento di rispondere alla domanda che ogni ingegnere meccanico si pone, con angoscia ed inquietudine, più volte nel corso della carriera.

E’ quella domanda che gli si presenta in testa ogni volta che si trova a dover dimostrare il suo valore per concretizzare un’offerta lavorativa importante:

 

COME POSSO PRESENTARMI AL MEGLIO AI COLLOQUI DI LAVORO?

 

Tanto per cominciare sappi che sono qui per dirti tutto senza i soliti fronzoli delle agenzie per il lavoro e delle società inaffidabili che ti ritengono un semplice numero da inserire nel loro business e che ti chiedono di omologarti e mostrarti per quello che non sei.

 

IL PROBLEMA È PROPRIO QUI!

 

Le informazioni che circolano sono fuorvianti.

 

Ti dicono di procedere seguendo binari stabiliti da altri che non sono te!

Devi sapere, però, che chi seleziona con cervello è perfettamente consapevole di avere a che fare con degli esseri umani in un momento di grande vulnerabilità: I CANDIDATI.

La gente ai colloqui di lavoro dà i numeri, e a volte li fa anche.

I migliori o i peggiori a seconda dei casi;

le salette dove si svolgono sono come gabbie, la situazione, la porta chiusa, l’attesa dell’esecuzione mettono sotto stress e finisce che durante gli incontri succeda DI TUTTO!

Proprio per questo ho stilato un elenco dei comportamenti più assurdi che mi sono capitati, che ti invito a interpretare come VADEMECUM sugli atteggiamenti da evitare in sede di colloquio.

 

– REGOLA N° 1: SII PRONTO.

 

Ci sono quelli che arrivi, entri nella stanza dove qualcun altro li ha accompagnati pochi minuti prima, automaticamente tendi la mano per presentarti e loro non sollevano neanche lo sguardo, come se fossero a casa e il selezionatore fosse la mamma che entra in camera a passare lo straccio!

 

– REGOLA N° 2: NON TERGIVERSARE.

 

Poi ci sono quelli che rispondono a monosillabi, confermano, negano o non sanno. Sì, no, non so, ogni tanto ci scappa pure un mah.

E a un certo punto pensi che adesso ti racconto le mie, di esperienze, sia mai che ti senti rubare la scena e cominci a fare quello per cui sei venuto.

 

– REGOLA N° 3: ASCOLTA.

 

Per non parlare di quelli che ti interrompono qualunque cosa tu dica, e a quel punto vorresti ammazzarli ma te ne resti con un mezzo sorriso stampato in faccia mentre tenti di riprendere in mano le redini della conversazione.

 

– REGOLA N° 4: RIMANI SUL PEZZO.

 

L’elenco non può ignorare chi si lascia andare alle confidenze, confondendo un’intervista di lavoro con una seduta dallo psicoterapeuta.

Tu li guardi, annuisci, loro ti guardano, sospirano, tu annuisci, loro continuano, tu annuisci, non vuoi mostrarti indelicato ma il tuo compito è far capire che ognuno fa il suo mestiere e il mio la compassione la prevede il giusto!

Non è che se vado in chiesa posso aspettarmi di ballare latino americano!

 

– REGOLA N°5: SII CURIOSO E RESTA UMILE.

 

In penultima posizione i soggetti che quasi meriterebbero il podio dello SCASSAMARONI: quelli che lo fanno a te, il terzo grado, e allora ci si ritrova a combattere come alla finale mondiale di ping pong contro un cinese campione del mondo.

 

– REGOLA N° 6: NON RIEMPIRE I SILENZI CON IL VUOTO.

 

I peggiori sono i divagatori folli.

Quelli che iniziano un discorso e non lo finiscono MAI, potrebbero continuare per tre giorni di fila con certe supercazzole che se non la smetti mi faccio esplodere per protesta.

Mentre dormo, perché è impossibile non cedere alla palpebra calante.

Scusa, noi vorremmo assumerti ma dobbiamo assicurarci che tu sia in grado di respirare, oltre che parlare.

Su, inspira, espira…ottimo! Preso.

 

Il resto verrà da sé, se resterai te stesso e non racconterai balle!

La strada per diventare un ingegnere meccanico di successo è lunga e tortuosa, ma comincia dall’autenticità!

 

Pietro Pometti
Responsabile del Percorso Lavorativo per Ingegneri Meccanici

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